Internet, non saranno più gli Stati Uniti a gestire i domini
Published on
La supervisione di Internet passa in mani internazionali e gli Usa non avranno più l’ultima parola
Arriva aria di evoluzione dal Marocco, dove ieri si è concluso il 55esimo summit dell’ICANN, la Internet Corporation for Assigned Names and Numbers, ovvero l’ente che gestisce i domini di tutto il mondo. Durante la convention è stata consegnata nella mani del governo americano la proposta di trasferimento alla comunità Internet delle funzioni Icann, ad oggi supervisionate dalla National Telecommunications & Information Administration americana (Ntia).
Un passo indietro
L’ICANN è un ente nato nel 1998 con il compito di assegnare gli indirizzi IP e gestire i nomi dei domini di primo livello e quelli generici, oltre ad autorizzare gli enti che, nei singoli stati, si occupa di assegnare i domini nazionali. Tradotto in parole più semplici l’ICANN fa sì che, quando navighiamo in rete, giungiamo in modo corretto al sito desiderato. Dalla sua nascita fino ad oggi l’ICANN è di fatto un’entità indipendente su cui gli Usa hanno l’ultima parola. Dal mese di ottobre del 2016, così come deciso ieri a Marrakesh, sarà invece un’autorità indipendente e internazionale, togliendo di fatto la supervisione agli Stati Uniti d’America.
Perché è importante
Nel consegnare il piano al Governo Usa, il presidente del board ICANN Stephen Crocker ha sottolineato che è stato raggiunto un momento topico nella storia di Internet che lo riempie di gioia. Detto da Crocker, che ha lavorato sia allo sviluppo di Arpanet sia alla nascita di Internet, suona più come una garanzia che una frase di circostanza, di quelle rilasciate alle telecamere tra un bicchiere di vino e una tartina. Fadi Chehadé presidente Icann uscente, lascia nelle mani dello svedese Göran Marby un’eredità importante. Gli Usa hanno avuto una forte influenza sul lavoro svolto dall’ICANN, nonostante la sua natura dichiaratamente equidistante da ogni forza politica o governativa. Questa metamorfosi garantisce una voce multigovernativa e, nemmeno troppo indirettamente multipartitica, con un netto rafforzamento dei principi dello stato di diritto e un assetto che può dipanare controversie e, in casi limite, sanzionare gli atteggiamenti che si distanziano dal codice di trasparenza, stabilità e condivisione che sono propri della rete.
Per noi, utenti finali, i cambiamenti saranno trasparenti anche perché l’ICANN, che continuerà il suo compito in veste diversa, non aggiungerà nulla ad Internet, limitandosi più che altro a supervisionare in modo collettivo che nulla le venga sottratto. Protezionismo digitale, censura selettiva, interi Paesi oscurati come nel caso Etisalat, la Telco degli emirati arabi che sarebbe stata autorizzata dagli Usa a spegnere l’interruttore della rete durante la primavera araba.
E ora?
Gli Usa dovranno avere l’ultima parola per non avere più l’ultima parola. Dovranno quindi controllare che il nuovo assetto sia compatibile con le norme Ntia e poi Internet diventerà davvero strumento globale in mano alla comunità internazionale. Nella sua nuova veste internazionale, dal prossimo mese di ottobre, l’ICANN dovrà trovare gli equilibri necessari per rispondere in modo efficace ai nuovi quesiti che la rete genera. Indipendenza, imparzialità, diritto di espressione e, infine, anche quel pizzico di anarchia che può fare storcere il naso ma aiuta ad aprire discussioni e a fare sana autocritica