eSIM: cos’è e come funziona il nuovo standard
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Lo smartphone come lo conosciamo oggi sta per essere sconvolto da una vera e propria rivoluzione che andrà a coinvolgere direttamente quella costante ormai decennale nell’universo dei dispositivi cellulari: ci riferiamo alla cara e vecchia scheda SIM. Dapprima esordiente nel celebre formato “standard”, poi rimpicciolito in “micro SIM” ed infine “nano SIM” per esigenze produttive, questo piccolo chip ci ha via via accompagnati – e tutt’ora ci accompagna – su quella strada che involve l’utilizzo di dispositivi mobili, un tempo semplici telefoni cellulari, evolutisi poi rapidamente in quelli che oggi chiamiamo smartphone, ma non solo. Se in passato infatti lo strumento SIM era associato solo ed esclusivamente ad un utilizzo su un comune telefono cellulare, o smartphone che si voglia, oggi questo ha già effettuato il proprio debutto su ben altre piattaforme: una su tutte quella dei dispositivi indossabili, grazie ad una nuova tecnologia denominata eSIM, prossimo – e definitivo – step evolutivo della SIM card a cui siamo abituati, vero e proprio fulcro del discorso che andremo ad affrontare oggi.
eSim: cos’è e come si è sviluppata
Ma che cos’è l’eSIM? Per capirlo dobbiamo analizzare brevemente il funzionamento della SIM come la conosciamo ad oggi. Essa viene inserita nel telefono con l’obiettivo di essere utilizzata come numero identificativo per effettuare chiamate ed inviare messaggi, ma anche per autenticarsi a servizi di instant messaging che permettono di effettuare le stesse operazioni, utilizzando però la rete Internet. Un’altra caratteristica che l’ha resa doppiamente utile, soprattutto in passato, è stata la dotazione di un piccolo storage di memoria (di qualche Kilobyte) sul quale salvare il nostro elenco di contatti telefonici. Un’opzione comoda e versatile, caduta ormai in disuso viste le molteplici possibilità di salvataggio della stessa lista su un server cloud, raggiungibile sempre e comunque senza dover mettere mano a nulla, fisicamente parlando.
Negli ultimi anni, però, il mondo della telefonia mobile ha assistito ad un’operazione congiunta rivolta al cambiamento, portata avanti sia dai produttori di smartphone che dagli stessi operatori, i primi volenterosi di diminuire ulteriormente lo spazio dedicato allo slot per la SIM, con l’obiettivo di rendere i propri device ancora più compatti ed efficienti; i secondi con la volontà di passare ad una tecnologia virtuale, non più basata su una piccola scheda di memoria “fisica” ma integrata, in grado di donare maggiore versatilità nella vendita e nella gestione di abbonamenti telefonici. Il frutto di questa “collaborazione” è l’eSIM, un chip integrato direttamente nei dispositivi come smartphone e smartwatch, in grado di emulare completamente il comportamento di una classica scheda SIM, offrendo però una buona dose d’innovazione e notevoli vantaggi per entrambe le parti, utenti compresi.
Introdotta sul mercato solo durante la fine dello scorso anno a bordo dello smartwatch Samsung Gear S2, l’eSIM ha letteralmente iniziato a cambiare le carte in tavola, garantendo enormi vantaggi sul piano funzionale per l’universo wearable, lanciando anche la promessa che un giorno questa sarebbe arrivata anche sui più diffusi smartphone. Grazie all’eSIM, infatti, smartwatch e smartband non avranno più bisogno di essere costantemente collegati al proprio smartphone via Bluetooth, in quanto essi potranno godere di connettività “propria”, garantita dalle reti GSM e dalle loro evoluzioni (3G, LTE), il tutto senza dover collegare alcuna scheda al dispositivo. La lenta adozione questa nuova tipologia di SIM virtuali ha aperto le porte ad un’ondata di innovazione che nel giro di qualche anno spazzerà via definitivamente l’ormai obsoleta soluzione “cartonata” a cui tutti siamo un po’ affezionati.
La eSIM è stata già riconosciuta ufficialmente come standard dalla GSM AllianceTornando ancora un po’ indietro con la memoria ricordiamo come un tentativo del tutto simile era stato fatto da Apple, non su wearable, non su smartphone ma bensì sui propri tablet, i più recenti modelli di iPad, con una soluzione appunto denominata Apple SIM. Il funzionamento di quest’ultima, in soldoni, rimane lo stesso delle eSIM già nominate: il colosso di Cupertino ci ha visto lungo, andando incontro all’utente ed eliminando il fastidio di dover utilizzare una seconda SIM su iPad, oppure di doverla cambiare di volta in volta da un dispositivo all’altro, rendendola appunto “virtuale”. Si tratta ad ogni modo di una soluzione proprietaria, la cui idea, ad oggi, è sfociata nelle più aperte eSIM, riconosciute ufficialmente come “standard” dalla GSM Alliance solo a partire dallo scorso mese. Tutto ciò ha ufficialmente decretato l’imminente fine delle SIM come le conosciamo oggi: certo, i tempi non sono ancora maturi ed infatti ci ritroviamo ancora a discutere del potenziale di questa nuova tecnologia, tuttavia un vasto conglomerato di operatori telefonici ha già espresso il proprio favore nei confronti del nuovo standard, con nomi del calibro di AT&T, Deutsche Telekom, Etisalat, Hutchison Whampoa, Orange, Telefónica e Vodafone.
Vantaggi e applicazioni future
Il motivo per cui le più grandi aziende di telefonia mobile stanno spingendo verso un cambiamento è da ricondursi ai notevoli vantaggi che l’utilizzo delle eSIM su larga scala porterebbe alle loro casse, mantenendo comunque una buona prospettiva di miglioramento dell’esperienza di utilizzo anche per l’utente finale. L’utilizzo di un chip integrato permetterà innanzitutto di utilizzare un numero maggiore di profili su un solo dispositivo, rendendolo a tutti gli effetti “multi SIM”(sebbene tali profili potranno esssere utilizzati soltato uno alla volta,salvo implementazioni future più avanzate) e permettendo dunque all’utente di gestire i propri piani tariffari a seconda della situazione. La mancanza di una scheda “fisica” renderà inoltre il cambio di gestore molto più versatile, non essendo infatti più necessario il passaggio in negozio per sostituire la SIM: in questo senso si ipotizza che anche i tempi di attivazione di nuove tariffe saranno più celeri, ma tutto ciò potrebbe tradursi in un ancor più martellante pressing da parte delle compagnie telefoniche per il passaggio sotto la propria ala.
Se però da un parte i vantaggi sembrano essere evidenti solo ed esclusivamente per le compagnie che staranno dietro alla gestione del nostro piano tariffario, è giusto spendere qualche parola anche in merito ai benefici che l’adozione dell’eSIM porterebbe nei confronti dell’utente. Un grosso passi in avanti verrà apportato in termini di sicurezza: in caso di furto o smarrimento del proprio dispositivo il modulo eSIM, non essendo estraibile, sarà sempre e comunque rintracciabile dal proprio operatore telefonico in quanto ad ogni riavvio esso scaricherà il profilo dell’utente originario, permettendo così di localizzare il device perduto. Il cambiamento e l’attivazione di nuove tariffe, inoltre, già oggi funzionale e rapido grazie alle numerose applicazioni ufficiali dei vari operatori, si renderà ancor più celere e versatile mediante l’integrazione che quest’ultime potranno avere con un modulo hardware dedicato interamente alla SIM virtuale.
Giunti a questo punto non ci resta che domandarci quando queste eSIM inizieranno ad essere effettivamente adottate dai principali produttori di dispositivi mobili, favorendo in questo modo un ricambio generazionale definitivo. Sarete d’accordo con me nell’affermare quanto siano stati fastidiosi i vari cambi di formato della cara e vecchia SIM, dapprima trasformatasi in “micro SIM” e successivamente in “nano SIM” a causa delle pressioni degli stessi produttori di smartphone, volenterosi di assottigliare maggiormente la silhouette del proprio prodotto. Certo, se qualcuno (e per qualcuno intendiamo GSM Alliance e compagnie telefoniche) si fosse imposto maggiormente sulle scelte dettate dai produttori non saremmo andati incontro agli innumerevoli grattacapi provenienti dall’impossibilità di cambiare liberamente la nostra SIM su diverse tipologie di smartphone, tuttavia così non è stato e ognuno di noi ne ha subito le dirette conseguenze. Il rapporto tra le due parti – produttori e operatori telefonici – ha sempre visto i secondi come “dormienti”, relegati ad essere “servi” di quel potere rappresentato dai colossi della telefonia mobile. Oggi, però, la situazione sembra essere finalmente giunta ad una svolta: gli operatori telefonici di tutto il mondo si stanno finalmente svegliando e stanno spingendo congiuntamente verso un cambiamento in grado di accontentare tutti, passando definitivamente all’uso delle eSIM.
Quando passerà alla ribalta l’eSIM? Tutto ciò che serve è un’azienda innovatrice in grado di aprire le fila nella sua adozioneIn questo senso, visto lo stesso favore degli operatori di telefonia mobile ad effettuare “l’upgrade”, tutto ciò di cui questa tecnologia ha bisogno per passare alla ribalta è la volontà di una o più aziende innovatrici di adottare tale soluzione sui propri terminali, in modo tale da aprire le porte a quella che si prospetta essere una nuova era per la telefonia mobile. Un candidato molto papabile è senza dubbio Apple, da sempre favorevole all’utilizzo di nuove tecnologie (basti pensare all’USB Type-C su MacBook, o alla sopracitata Apple SIM su iPad) che già con i prossimi esemplari di iPhone potrebbe celare la sorpresa dell’eSIM – o Apple SIM che si voglia. Si tratta dunque solo di una questione di tempo: il destino della SIM come la conosciamo oggi è già stato scritto.