Ultrasuoni
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Un'inquietante ricerca effettuata da un'università tedesca ci dimostra come molte applicazioni per cellulari siano in grado di captare particolari suoni in base a dove ci troviamo, per conoscere le nostre abitudini.
Qualcuno dice che, nel 2017, stiamo vivendo quello che si può definire un vero e proprio “Grande Fratello digitale”. Siamo costantemente spiati da vari fronti, e ci sono sistemi in grado di conoscere, a volte anche meglio dei nostri familiari, quelle che sono nello specifico le nostre abitudini. E se pensate di non essere soggetti al tracciamento, quello che svela una ricerca abbastanza inquietante svolta da un'università tedesca in queste settimane fa davvero pensare al mondo in cui viviamo.
Secondo le loro scoperte, infatti, nelle tracce audio che sentiamo costantemente nei centri commerciali, nelle strade, alla televisione e alla radio ci sarebbero, sotto le frequenze udibili che di solito riproducono musica più o meno conosciuta, anche delle frequenze basate sugli ultrasuoni. Gli ultrasuoni hanno una frequenza che non può essere percepita dall'orecchio umano (mentre il vostro cane, per esempio, potrebbe accorgersene!) ma vengono sentiti senza alcun problema dal microfono del cellulare: in questo modo, per alcune specifiche app, riconoscendo i suoni (eliminando la musica di base) cosa che l'app riesce a fare) è possibile sapere dove vi trovate in quel momento, oppure quale pubblicità state guardando.
La logica di questo sistema è quella di inviare agli utenti pubblicità mirate in base al posto in cui si trovano, più o meno in modo diretto. Per esempio, entrando nel supermercato X sarebbe possibile sia ricevere la pubblicità del volantino delle offerte di quel supermercato, ma anche la pubblicità di un prodotto che, guarda caso, si trova in quel supermercato. Probabilmente è capitato anche a voi (quindi in Italia) di ricevere delle pubblicità del genere casualmente al momento in cui siete entrati in un certo negozio: il sistema, insieme ad altri, poteva essere questo.
Il problema è che mentre alcune applicazioni scrivono, direttamente nelle loro condizioni, della possibilità di ricevere questo tipo di pubblicità (magari sfruttando il GPS e inviando notifiche quando ci troviamo nei pressi di quel supermercato), altre app non lo fanno, sfruttando questo metodo molto nascosto che, però, permette di spiarci costantemente e potrebbe, per dire, permettere ai pubblicitari di conoscere bene i nostri gusti musicali o i nostri programmi preferiti, se utilizziamo le applicazioni davanti alla TV o alla radio.
Il sistema è stato rintracciato in oltre 200 applicazioni per smartphone diverse, tutte scaricabili gratuitamente e alcune delle quali difficilmente associabili alla pubblicità (nascondevano questo sistema mentre servivano a tutt'altro, insomma); il sistema è stato provato, e funziona, in due città europee che però lo studio non ha specificato, probabilmente per non incorrere in problemi legali. Ma non servono ulteriori conferme, per sapere che questi metodi funzionano e sono ben reali: basta entrare in qualsiasi centro commerciale o girare in una grande città per rendersi conto di quanto siamo costantemente spiati da persone molto interessate a sapere quanto più possibile su di noi.