La Nasa sbarca a Napoli
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Una soddisfazione. Una delle tante che nelle ultime settimane sta facendo brillare il campus di San Giovanni a Teduccio e la iOS Developer Academy. Per il professor Giorgio Ventre la sede di Napoli Est che ospiterà la Nasa Space Apps Challenge 2017 è l'ennesimo risultato di un gruppo di lavoro coeso e convinto delle scelte fatte finora.« «Significa che l'Università Federico II fa sistema. Che tutti i risultati ottenuti in questi mesi, da quando abbiamo inaugurato il campus di San Giovanni a Teduccio, è il segnale forte che le iniziative si fanno insieme e non più individualmente. È la vittoria di tutti e secondo me la strada da perseguire è quella di restare plurali, eterogenei, senza identificare uno spazio, per vocazione aperto e multidisciplinare, con un dipartimento. Il campus deve restare di tutti, è un messaggio politico forte». Per il professor Ventre però il successo non è un caso ma frutto di un grande lavoro perché «non è come nella favola del rospo che diventa principe. In questo campo, devi essere principe già prima, poi puoi brillare e scrollarti di dosso l'idea che sei rospo. Per il campus di San Giovanni a Teduccio è stato così: nessuno avrebbe scommesso che sarebbe diventato il fiore all'occhiello della Federico II, molti altri invece ci hanno creduto perché hanno intravisto l'enorme potenzialità».
Con l'arrivo nella zona orientale dei partecipanti alla sfida indetta internazionalmente dalla National Aeronautics and Space Administration, la prestigiosa agenzia governativa statunitense responsabile del programma spaziale e della ricerca aerospaziale, ci sarà l'ennesima prova «della forza del messaggio tecnologico che parte dall'Ateneo». La Nasa Space Apps Challenge, nata nel 2012 per volere del presidente Barack Obama per incentivare le iniziative «open source», è un hackathon internazionale di 48 ore dedicato alla tecnologia spaziale e alle sue applicazioni terrestri. I partecipanti sono invitati a lavorare a diverse sfide (in diverse città al mondo) proponendo innovative soluzioni e ricevere il titolo di Galactic Problem-Solver. Essendoci numerosi settori di applicazione, possono partecipare tutti coloro che hanno la passione per il pianeta Terra e lo Spazio, ma anche la voglia di lavorare con un team interdisciplinare sulle varie sfide globali.
L'hackathon dell'anno scorso ha registrato numeri da record, con più di 15 mila partecipanti nei 6 continenti. In Italia si tiene a Napoli, Roma e Torino, e ogni anno i nostri studenti hanno ricevuto menzioni d'onore e perfino vincere nelle proprie categorie. Quest'anno, Nasa Space Apps Challenge a Napoli cambia location: l'hackathon sarà ospitato infatti ospitato per la prima volta nel nuovo campus dell'Università di Napoli Federico II, nell'edificio adiacente alla iOs Developer Academy. «Ospitarli nell'Academy Apple è impensabile» spiega Ventre. «In questo momento ci sono due classi di lavoro, la prima iniziata a ottobre e la seconda a gennaio, che proprio in questi giorni sta iniziando a completare le prime app del trimestre». Anche con il secondo gruppo di studenti, i risultati sono eccellenti «anzi essendo arrivati dopo, c'è il desiderio di proporre qualcosa di ancora più innovativo, si stanno spingendo molto in là. La sana competizione si fa sentire». Intanto «enormi novità» per la scuola firmata Apple e Federico II sono annunciate per le prossime settimane: «Avremmo dovuto lanciare il nuovo bando a fine marzo, ma slitteremo di un mese perché stiamo migliorando i contenuti e affinando le richieste. E poi ci saranno alcuni nuovi progetti che stiamo completando con Apple ma su cui vige il riserbo più assoluto: i vertici di Cupertino sono molto riservati».